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Misteri Eleusini

Nella città di Eleusi sorgeva un antico tempio dedicato a Demetra e Kore. Pare infatti che la città fosse il fulcro del culto alle due dee. Un culto esistente già prima del 1500 a.c. e che successivamente a questa data divenne più popolare, con la conseguente ricostruzione ed ampliamento del tempio.

Il Mito

Il mito che fa risalire l’origine del culto eleusino, fa riferimento alla vicenda del ratto di Persefone. In breve, Demetra, dea delle messi, porta sua figlia con sé, mentre si accinge a far germogliare i campi. La fanciulla, anche nota come Kore, si allontana da lei. si intrattiene nella natura, quando la sua attenzione è attirata da un cespuglio dal quale spunta un fiore di narciso.
Nel tentativo di afferrarlo con tutta la sua forza, Persefone assiste sgomenta all’aprirsi nella terra di una spaccatura dalla quale a bordo di un cocchio dorato, giunge il dio Ade.
Ade è il fratello di Zeus. il raconto che Esiodo ci dà nella sua Teogonia, ci restituisce l’immagine di un giovane Zeus che uccide suo padre Crono, il quale aveva inghiottito i figli avuti da sua moglie Rea. A causa di una profezia, che lo Urano spodestato da uno dei suoi figli, decise di ingoiarli man mano che venivano al mondo. L’ultimo nato, Zeus, venne salvato dalla madre, che decise di dare al consorte delle fasce contenenti un macigno, che lui puntualmente ingoia.

Titanomachia

Zeus crebbe al riparo dalla minaccia paterna ed una volta adulto, decise di vendicarsi e di liberare i fratelli. Ottenne così dai ciclopi il potere del fulmine, grazie al quale durante quella che viene chiamata Titanomachia, relegò gli déi Titani nel Tartaro. Cominciò così il dominio degli déi olimpici di seconda generazione. I tre fratelli maschi, Zeus, Ade e Poseidone si contendono il mondo. A Zeus spetta il dominio sulla terra, a Poseidone quello sui mari e ad Ade quello sull’oltretomba.

Demetra è anch’essa sorella di Zeus, liberata da quest’ultimo dalle viscere del padre.

Il ratto di Persefone

Ade, d’accordo con il fratello Zeus rapisce la nipote, tenendo la madre all’oscuro. Demetra, disperata, inizia un cammino alla ricerca della figlia. Apollo le confessa che la ragazza è stata portata via da Ade nel regno degli inferi. La dea incontra poi Ecate, la quale le viene in contro con una fiaccola e l’aiuta nella ricerca ed offrendosi di andare negli inferi a controllare che Persefone sia effettivamente lì.

Ecate, per inciso, è una delle poche divinità dette picopompe, ovvero in grado di varcare la soglia tra i mondi. In grado, quindi, di visitare l’oltretomba senza passare attraverso la morte.

Nel suo girovagare Demetra fa sfiorire i campi. Questo convince poi Zeus a fare un patto con sua sorella, promettendole che la figlia sarebbe tornta da lei in superficie, a condizione che non avesse ingoiato del cibo nel regno di Ade. Purtroppo però Persefone, dopo giorni di digiuno, si ciba di alcuni chicci di melagrana. Questo sancisce il legame indissolubile con Ade, nel frattempo divenuto suo sposo. Il patto a cui si giunge per salvare l’umanità dalla carestia indotta Demetra, prevede che Persefone trascorra tre quarti dell’anno con sua madre in superficie ed il resto del tempo col suo sposo.

Durante le sue peregrinazioni alla ricerca di Persefone, Demetra giunge nell’antica città micenea di Eleusi. Qui si nasconde sotto le spoglie di una donna anziana in cerca di riparo. Alla corte del sovrano viene accolta come nutrice del piccolo Demofonte. Demetra se ne prese cura e, in segno di gratitudine per l’ospitalità ricevuta, decide di sottoporre il fanciullo ad un rituale con il fuoco allo scopo di donargli l’immortalità. La regina la sorprende e la  ammonisce. Demetra, risetita, si rivela rimproverando la stoltezza degli umani. Chiede che sia eretto un tempio in Eleusi in suo onore, dove già sorgeva un telésterion, la stanza delle iniziazioni.

I Misteri

Demetra insegna alle famiglie di Eleusi i segreti dell’agricoltura. Motivo per il quale, vi è nei misteri eleusini un forte simbolismo legato al mondo agricolo.

I misteri eleusini, descritti dall’Inno a Demetra di  Omero, ci restituiscono un processo di morte rituale, rinascita e trasformazione, tipico del ciclo del grano. Possiamo trovarne analogia nel mito sumero di Inanna, che scende mell’oltretomba per salvare il compagno Tammus, dio della vegetazione, dalle grinfie di sua sorella. Inanna passa attraverso delle prove anche fisiche per salvare il suo amato e riportare la vegetazione a nuova vita sulla terra.

Anche il mito di Osiride, ucciso dal fratello Seth, fatto a pezzi e ricomposto dalla sorella Iside, per divenire sovrano del regno dei morti, presenta analogie significative.

Demetra dunque dona alle tre famiglie di Eleusi che l’avevano accolta i segreti agricoli per il raccolto e quelli dell’iniziazione, per raggungere “dolci speranze per la fine della vita”. I tre capostipiti erano Eumolpo, Eubuleoe Trittolemo.

Piccoli Misteri, Grandi Misteri e Epopteia

Il cammino iniziatico dei misteri si svolgeva in diversi momenti dell’anno. I piccoli misteri si celebravano a primavera e riguardavano la purificazione. I Grandi Misteri avevano invece luogo in autunno. L’Epoptia, il livello iniziatico superiore, poteva aver luogo a distanza di almeno un anno dai Grandi Misteri. In questo periodo di tempo, l’aspirante iniziato era tenuto ad osservare dei rigidi dettami.

A condurre il profano attraverso il percorso inziatico era lo Ierofante. Il sacerdote, presumibilmente discendente da una delle tre famiglie depositarie dei segreti trasmessi da Demetra, portava il neofita a “morire”, per consentirgli di rinascere da iniziato. Chi era preposto ai rituali era invece il Mistagogo.

I Piccoli Misteri, come accennato, comprendevano rituali di purificazione. Avevano luogo in primavera ed contemplavano, oltre ad un primo esame pubblico per stabilire l’ammissibilità del profano ai Misteri,  la trasmissione dei riti iniziatici segreti, previo giuramento da parte del profano. Erano previste pene severe per chi avesse infranto il giuramento di segretezza. Si prevedeva poi una svestizione simbolica. Si trattava di una rinuncia ai beni materiali da parte del neofita. Infine il candidato era indotto ad un sonno iniziatico, che rappresentava la morte e il ritorno dell’anima verso l’alto. Concludevano danze propiziatorie, musica e pellegrinaggio presso l’Illiso per berne le acque purificatorie.

I Grandi Misteri avevano luogo in autunno ed avevano il fine di consentire all’iniziato di sperimentare una morte simbolica. Erano caratterizzati da diversi pellegrinaggi tra Atene ed Eleusi, nel corso dei quali venivano fatte delle offerte a Dioniso e la visita al Tempio di Asclepio. Le prove iniziatiche prevedevano la discesa in cunicoli sotterranei angusti, accompagnati dai Mistagoghi. I cunicoli erano infestati da creature striscianti e belve. Il neofita doveva seguire il percorso indicato senza mai voltarsi, a significare che la via intrapresa non ammetteva rimpianti. L’esperienza ai limiti della sopravvivenza, aveva lo scopo di indurre nell’aspirante iniziato, che si trovava a confrontarsi con il pericolo di morte incombente, uno stato di trance. esso indiceva nel candidato apparizioni spettrali, che riflettevano le passioni terrene.

Dopo un anno dai Grandi Misteri, l’iniziato poteva accedere al terzo grado di iniziazione: l’Epoteia. Si tratta di uno stato di alterazione in cui si sperimenta la morte rituale e la rinascita. il distacco dell’anima  dal corpo e la sua elevazione verso l’alto. Al termine di questa terza fase di iniziazione, il neofita comprende il mistero dell’anima, il suo essere imperitura e perfetta.  Comprende che l’anima a diffrenza del corpo fisico, sopravvive alla morte, poiché è immortale.

Simboli

Come ho accennato, i misteri ripercorrevano la vicenda mitica della dea Demetra alla ricerca della figlia Persefone. Essendo Demetra una divinità legata ai cicli naturali, il simbolismo agricolo lo si ritrova anche nei rituali iniziatici eleusini.

Strumenti rituali

Il vaglio, ad esempio, una specie di setaccio è uno degli strumenti utilizzati durante il rituale. Il setaccio fa una prima scrematura, toglie il superfluo. Il neofita che si approccia all’iniziazione è visto come un seme che si fa strada nella terra. Dovrà crescere, germogliare ed essere poi mietuto. In un certo senso vi è un parallelismo con la spiga di grano che vine mietuta e subisce poi la trasformazione finale in farina per il pane. Vi era infatti una prima fase in cui i sacerdoti esponevano gli aspiranti ad un “esame preliminare”, per stabilire chi tra loro fosse degno per accedere ai passaggi successivi.

Un altro attrezzo agricolo utilizzato in ambito rituale è la frusta. Come il grano viene battuto, così il neofita viene percosso. Operazione che ha lo scopo di indurre uno stato di trance.

Vi è infine la contemplazione della spiga di grano. I neofiti osservavano il dono di Demetra, acquisendo le conoscenze iniziatiche. Alla fine del percorso egli, come la spiga di grano, offrirà i suoi semi. L’insieme delle conoscenze acquisite attraverso l’esperienza. La spiga di grano, che troviamo anche in altre tradizioni religiose, indica la trasformazione. Il grano crescendo dona altri semi. Parallelamente esso si trasforma in nutrimento per gli altri esseri. Viene lavorato doventando farina destinata alla produzione del pane. Vi è implicito anche il concetto di sacrificio. Donarsi per il bene degli altri. Nella messa cristiana il sacerdote spezza il pane, che assume il simbolismo del corpo del Cristo, il quale si dona in sacrificio per la salvezza dell’umanità. Allo stesso tempo il Cristo muore per rinascere in una diversa forma. Il Cristianesimo ha dunque sincretizzato il concetto della morte e sacrificio insito nella cultura pagana.

Il rituale

Il rituale era composto da tre elementi. I légomena, ovvero le cose dette.il riferimento è alle formule sacre conosciute solo da pochi. I dròmena, cioè le cose fatte. Qui il riferimento è ai rituali, le danze e le decorazioni in onore della dea (come corone, le vesti e forse tatuaggi per segnalare l’avvenuta iniziazione). Infine i deikumena, ovvero gli oggetti sacri, citati in parte nel precedente paragrafo.

Lo scopo del rituale era raggiungere l’Epopteia. Uno stato di benessere dato dalla conoscenza, che provoca nella coscienza del neofita un risveglio. L’iniziato diviene detentore del segreto della vita eterna, dell’immortalità dell’anima. A questo scopo, gli iniziati si passavano una fiaccola accesa di mnano in mano. Il fuoco diviene emblema dell’esistenza imperitura, il cui mistero gli è rivelato. Questo è il significato della frase dell’inno a Demetra: “dolci speranze per la fine della vita”.

L’iniziato diviene coltivatore del futuro. Ha fatto l’esperienza coltivando il terreno dell’anima.

Gradi di iniziazione

I gradi inziatici sono sette. Il sette, l’ho spiegato in altri articoli, è simbolo di trasformazione. Inoltre secondo la concezione dell’anima degli antichi, sette erano i livelli che l’anima attraversava per discendere sulla terra:

I Piccoli Misteri; I Grandi Misteri; l’Epopteia (intuizione o visione degli déi); Iniziazione alla Corona; Iniziazione Sacerdotale; Iniziazione Ierofantica ed infine l’Iniziazione Suprema.

Di norma la maggioranza dei profani che si approcciavano all’inziazione terminava il percorso alla terza inziazione. Solo chi ambiva a far parte della casta sacerdotale, votando così la propria intera esistenza alla Dea, proseguiva fino all’iniziazione Suprema.

Concezione dell’anima presso gli antichi

Per meglio comprendere l’impianto fenomenico che su cui si basano i Misteri Eleusini, è necessario prendere familiarità con la concezione di Anima, propria degli antichi.

Essi ritenevano che Anima fosse preesistente alla vita umana e che vivesse libera nel mondo superiore intellegibile, prima di incarnarsi. Esisteva insieme a Nous, l’intelligenza eterna. Nel mondo intellegibile Anima apprende dall’intelligenza eterna la ragione (logos). Dopo aver imparato la ragione, Anima intraprende il suo viaggio attraverso le sette sfere astrali, dove, per poter proseguire, deve superare degli ostacoli. Al termine di questo percorso, Anima riceve il soffio della vita. Ora può scendere sulla terra ed incarnarsi, prendendo la forma di un corpo. Da questo momento in poi Anima, da una e perfetta, diviene molteplice ed imperfetta.

Anima si scinde dunque in tre parti: Razionale, Eroica e Carnale. L’Anima Razionale è dono dell’intelletto supremo. Quella Eroica tende verso l’alto. infine l’Anima Carnale è dominata dalle passioi umane.Lo scopo ultimo di Anima, che ora è scissa in tre parti, è quelo di ricongiungersi con l’intelletto supremo e risalire verso il mondo superiore.

 

 

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